Perché il prezzo dell’energia è così alto in Italia?
L’Italia e il suo particolare approvvigionamento energetico
In questo articolo si indagano molto brevemente le principali motivazioni per cui il prezzo dell’energia in Italia è particolarmente alto e che cosa questo comporta.
Prima di spiegare le motivazioni per cui il prezzo dell’energia è così alto, è opportuno chiarire che quando si parla di prezzo dell’energia ci si può riferire a due tipi di prezzo:
Prezzo di mercato: Prezzo a cui l’energia elettrica viene venduta all’ingrosso, dai produttori ai “grandi consumatori”, ovvero alle aziende di grosse dimensioni o fornitori di energia, che la rivendono (come Enel, Eni, Edison…).
Prezzo al dettaglio: Prezzo in bolletta a cui l’energia viene venduta ai cittadini dai rivenditori.
In Italia in entrambi i prezzi sono piuttosto alti rispetto al resto d’Europa.
Nel primo semestre del 2025 il consumatore medio italiano ha pagato per l’elettricità €0,3291/kWh, che corrisponde a circa il 15% in più rispetto al consumatore medio europeo (€0,2872 /kWh) [2].
Il prezzo dell’elettricità in Italia è risultato più basso di pochi altri stati europei, che sono notevolmente più ricchi, quali Germania, Belgio e Danimarca. Per fare un esempio in Germania nel 2024 il reddito annuo lordo medio era di 52’159 €[3], mentre in Italia di soli 31’856 € [4].
Figura 2 - Confronto prezzo dell'energia in UE - primo semestre 2025 [2]
Questo fa sì che ancora in Italia diverse persone faticano ad acquistare un paniere minimo di beni e servizi energetici, vivono nelle cosiddette condizioni di povertà energetica, e il valore è in leggera crescita, circa il 9% delle famiglie nel 2023 [5], mentre nel 2017 era pari 8,7% [6].
Riguardo al prezzo di mercato la situazione è ancora più preoccupante. Nel 2024, in Italia il prezzo medio dell’energia ammontava a €108/MWh, rispetto a €78/MWh in Germania, €63/MWh in Spagna e €58/MWh in Francia [7]. Mentre la situazione recente è ancora peggiore, come si vede in Figura 1.
Figura 1 - Prezzi medi dell'energia elettrica in €/MWh in Europa nel 2025 [1]
Le grandi industrie italiane non riescono a competere proprio a causa degli alti prezzi dell’energia, per cui sempre di più si vedono costrette a spostare la produzione in altri paesi se non a chiudere; un esempio è il caso di Stellantis [8]. Gli alti prezzi dell’energia costituiscono il motivo principale per cui l’industria italiana è sempre più in difficoltà.
I motivi di tale situazione sono riconducibili a diversi fattori.
Il più significativo è la forte dipendenza dal gas naturale (GN). In Italia nel 2024 il 44% dell’energia elettrica è stata prodotta a partire da gas naturale (GN) [9] e, come si evince in Figura 3, il gas da anni rappresenta la fonte energetica principale per la produzione di elettricità. Inoltre nel 2024 il gas naturale è stato utilizzato per riscaldare il 70 % delle case [10], aumentando ulteriormente la dipendenza da questa risorsa.
Figura 3 - Fonti di generazione di elettricità in Italia [9]
L’Italia poi non possiede fonti più economiche di produzione, come nucleare: l’ultimo impianto nucleare è stato dismesso nel 1987. Mentre la produzione di elettricità da carbone, risorsa più economica, è stata ridotta per motivi ambientali [12].
Il suo territorio non dispone naturalmente di grandi riserve di GN ed è quindi costretta ad importare questa risorsa. Non è stato un problema, poiché il GN, fino a non molto tempo fa, aveva un prezzo contenuto, ma questo non è più vero e si prevede che la sua domanda potrebbe crescere ancora [16] e di conseguenza il prezzo.
Questo rende il Paese estremamente dipendente dalle importazioni da un punto di vista energetico. Secondo l’ISPRA nel 2023 il 75% dell’energia è stata importata [11] e il dato si è attestato circa allo stesso valore negli anni precedenti, rendendo inevitabilmente i prezzi dell’energia soggetti alle tensioni politiche degli ultimi anni.
Ad oggi le fonti rinnovabili costituirebbero un’alternativa economica, in particolare l’energia fotovoltaica [13]. Tuttavia installare le rinnovabili non è immediato, come si possa pensare.
Le rinnovabili non programmabili, in particolare eolico e fotovoltaico, mettono ulteriormente in difficoltà la rete, che già deve fare in conti con la complessa geografia del territorio [10].
L’installazione di impianti eolici è spesso bloccata per motivi paesaggistici o ambientali, come ad esempio è accaduto in Sardegna [14].
Mentre le rinnovabili programmabili, biomassa e idroelettrico, hanno poco margine d’uso: l’energia idroelettrica è limitata, poiché laddove era possibile gli impianti di grossa taglia sono già stati costruiti [15], quindi se ne potrebbero installare solo di più piccoli, meno rilevanti per l’approvvigionamento energetico nazionale; la biomassa è limitata, poiché legata alla produzione di scarti degli altri settori industriali e, come già spiegato, ancora meno disponibile se la produzione industriale generale diminuisce.
Secondo gli scenari previsti dal recente World Energy Outlook dell’ IEA, la domanda di energia continuerà ad aumentare [16] e questo è abbastanza prevedibile, sia per il processo di elettrificazione, atto a migliorare le condizioni ambientali, sia per il maggiore uso delle tecnologie per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, ad esempio climatizzatori [16]. Dunque si rende assolutamente necessario agire al più presto.
Questa breve analisi intende dimostrare come in Italia la stagnazione economica sia anche fortemente legata al problema dell’approvvigionamento energetico. L’energia è il pilastro fondamentale e motore dell’economia.
È bene ricordare che raggiungere una maggiore indipendenza energetica rappresenta non solo un passo necessario, ma un’opportunità. Se è vero che il prezzo dell’energia elettrica è così alto, vuol dire che ha molto valore, e con l’aumentare della domanda, ne avrà ancora di più.
L’energia è un bene sempre più prezioso, specie se è pulita, e la sua autoproduzione ci permetterà di utilizzarla in maniera ancora più efficiente. Dal momento che la sola politica non è sufficiente, ciascuno di noi dovrebbe contribuire a questo cambiamento. Perché aumentare l’indipendenza energetica significa contribuire a rendere l’energia più accessibile a tutti, dalle persone comuni alle grandi industrie, stimolando crescita tecnologica, economica e parità sociale.
Grazie per la lettura.
FONTI
[1] «Energy-Charts». Consultato: 30 novembre 2025. [Online]. Disponibile su: https://energy-charts.info/charts/price_average_map/chart.htm?l=it&c=EU&interval=year
[2] «Electricity price statistics - Statistics Explained - Eurostat». Consultato: 29 novembre 2025. [Online]. Disponibile su: https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php?title=Electricity_price_statistics
[3] «1 % der Vollzeitbeschäftigten verdiente im Jahr 2024 mehr als 213 286 Euro brutto - Statistisches Bundesamt». Consultato: 29 novembre 2025. [Online]. Disponibile su: https://www.destatis.de/DE/Presse/Pressemitteilungen/2025/04/PD25_134_621.html
[4] «JPSalaryOutlook_ed_I.pdf». Consultato: 29 novembre 2025. [Online]. Disponibile su: https://www.agenziagiornalisticaopinione.it/wp-content/uploads/2025/03/JPSalaryOutlook_ed_I.pdf
[5] «POVERTA’ ENERGETICA – OIPE». Consultato: 29 novembre 2025. [Online]. Disponibile su: https://oipeosservatorio.it/poverta_energetica/
[6] «Rapporto annuale OIPE 2019».
[7] «Energy: Price spread with Europe widens in 2024 as consumption increases - Media». Consultato: 29 novembre 2025. [Online]. Disponibile su: https://www.media.enea.it/en/press-releases-and-news/years-archive/year-2025/energy-price-spread-with-europe-widens-in-2024-as-consumption-increases.html
[8] «Stellantis al governo: “Cambiare Green Deal e abbassare il costo dell’energia o chiudiamo le fabbriche”». Consultato: 29 novembre 2025. [Online]. Disponibile su: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/01/stellantis-fabbriche-costo-energia-chiusura-notizie/8046509/
[9] «Italy - Countries & Regions - IEA». Consultato: 26 novembre 2025. [Online]. Disponibile su: https://www.iea.org/countries/italy
[10] «CLEW Guide – Italy moves on green transition, but fossil ties remain tight | Clean Energy Wire». Consultato: 26 novembre 2025. [Online]. Disponibile su: https://www.cleanenergywire.org/factsheets/clew-guide-italy-moves-green-transition-fossil-ties-remain-tight
[11] «ENERGY DEPENDENCY | Indicatori ambientali». Consultato: 26 novembre 2025. [Online]. Disponibile su: https://indicatoriambientali.isprambiente.it/en/energy/energy-dependency
[12] «Italy to phase out coal from 2025, excluding Sardinia island | Reuters». Consultato: 29 novembre 2025. [Online]. Disponibile su: https://www.reuters.com/sustainability/climate-energy/italy-phase-out-coal-2025-excluding-sardinia-island-2024-03-06/
[13] «Solar energy named the world’s cheapest power source: What it means for Europe | Euronews». Consultato: 29 novembre 2025. [Online]. Disponibile su: https://www.euronews.com/green/2025/10/08/solar-energy-named-the-worlds-cheapest-power-source-what-it-means-for-europe
[14] «Media | Comunicati Stampa | Come volevasi dimostrare: il 99% della Sardegna diventa non idonea alle rinnovabili». Consultato: 29 novembre 2025. [Online]. Disponibile su: https://www.elettricitafutura.it/News-/Comunicati-Stampa/Come-volevasi-dimostrare-il-99-della-Sardegna-diventa-non-idonea-alle-rinnovabili_6140.html
[15] «Hydropower in Italy | Enel Group». Consultato: 29 novembre 2025. [Online]. Disponibile su: https://www.enel.com/learning-hub/renewables/hydroelectric-energy/italy
[16] International Energy Agency (IEA), «World Energy Outlook 2025».