L’impatto del settore dell’energia sull’ambiente

Una panoramica sul mondo e sull’Italia

Questo breve articolo analizza l’impatto del settore dell’energia sull’ambiente nel mondo e in Italia, commentando i dati. Infine viene svolta una considerazione di carattere generale sul tema.


 

Le emissioni totali di CO2, nello specifico le emissioni derivanti dalla combustione di carburante, dai processi industriali e involontarie (fuggitive), legate all’energia nel 2024 hanno raggiunto un picco assoluto di 37,8Gt (gigatonnellate). Questo ha contribuito ad un aumento di concentrazione di CO2 nell’atmosfera fino a 422.5 ppm (parti per milione), maggiore di 3 ppm rispetto all’anno precedente e il 50% più alto dei livelli preindustriali [1].

Queste emissioni hanno rappresentato il 71%  delle emissioni globali di gas serra (53,2 Gt) [2].

Figura 1 - Emissioni globali di CO2 derivanti dalla combustione di energia e dai processi industriali e loro variazione annuale, 1900-2023 [1]

Un’analisi dettaglia delle fonti è presente in Figura 2.

Figura 2 - Variazione delle emissioni di CO2 derivanti dalla combustione per combustibile e regione, 2023-2024 [1]

Tutte le fonti di energia tradizionale hanno visto un aumento globale delle emissioni, nonostante la diminuzione nelle economie avanzate di produzione da carbone e petrolio. Rimane il carbone la principale fonte di emissioni, mentre le emissioni di gas naturale sono aumentate del  2,5% nel 2024, rendendolo il maggior contribuente all’aumento dell’emissioni globali. [1]

Questi grafici sono indicativi e vanno a confermare quanto riportato nell’articolo sul prezzo dell’energia:

  • La domanda globale di energia sta aumentando. Le diminuzioni delle emissioni non sono capaci di portare una diminuzione globale.

  • Le emissioni e quindi l’uso del gas naturale stanno aumentando.

 

Le temperature globali hanno avuto forte impatto sulle emissioni del settore energetico, poiché responsabili dell’aumento della domanda di energia per il riscaldamento e il raffreddamento.
Il 2024 si è rivelato ancora più caldo del 2023, l’anno più caldo mai registrato, diventando il primo anno superiore di oltre 1,5 °C ai livelli preindustriali. Il 2024 è stato l’anno più caldo registrato per tutte le regioni continentali ad eccezione di Australia e Antartide. Da gennaio a giugno 2024, ogni mese è stato stabilito un nuovo record di temperatura e nei mesi successivi le temperature sono state le seconde più calde mai registrate, dopo il 2023, oppure a pari merito con il 2023. [1]

Nell’estate 2024 si è verificato un aumento del fabbisogno di raffrescamento di oltre il 6% rispetto al picco del 2023. Nel complesso, le temperature più elevate hanno contribuito ad aumentare le emissioni di 230 Mt di CO2 nel 2024 rispetto al 2023, rappresentando l’80% dell’incremento totale delle emissioni legate all’energia. [1]

Anche se non è stato sufficiente a fermare la crescita delle emissioni globali, fotovoltaico, eolico nucleare, auto elettriche e pompe di calore hanno evitato 2,6 Gt equivalenti al 7% totale annuale delle emissioni del settore dell’energia. L’effetto di tale riduzione è visibile in Figura 3. [1]

Figura 3 - Variazione delle emissioni di CO2 derivanti dalla combustione di carburante ed emissioni evitate derivanti dall'implementazione di tecnologie pulite selezionate, 2019-20 [1]

 

Per fare un confronto con il mondo, in Figura 4 si può notare come il consumo pro capite di energia dell’Europa nel 2024 sia più basso di quello della Stati Uniti, Cina ed Giappone.

Figura 4 - Emissioni di CO2 pro capite per regione, 2000-2024 [1]

 

Analizzando l’Italia più nello specifico nel 2023 da combustione abbiamo emesso 284 130 MtCO2, che corrisponde allo 0,76% delle emissioni globali, diminuendo la nostra quota di emissioni del 23% rispetto all’anno 2000. Con questa quantità ci siamo posizionati al 19° posto per totale di emissioni da combustione di combustibili. [3]

Anche se non di molto, le emissioni da petrolio hanno costituito la maggior fonte di emissioni da combustione, 51% delle emissioni totali, mentre il gas naturale il dato si è attestato al 41%. Questo è probabilmente dovuto al fatto che il settore dei trasporti, basato su derivati del petrolio, ha rappresentato la più grande fonte di emissioni pari al 37%. La seconda, generazione di elettricità e calore, più basata sul gas naturale, ha rappresentato il 26% delle emissioni.

Figura 5 - Emissioni di CO2 per settore, Italia, 2023

Inoltre è interessante notare che in Italia nei primi anni 2000 il settore dell’elettricità e calore ha sempre rappresentato una maggiore percentuale delle emissioni rispetto ai trasporti, mentre di recente le emissioni dei trasporti hanno superato quelli per la produzione di elettricità e calore. Questo è indicativo dell’intervento delle rinnovabili e dell’efficientamento energetico degli edifici da una parte, dall’altra del ritardo nell’elettrificazione dei trasporti.

Infine secondo l’ISPRA, le emissioni del settore della produzione di energia elettrica nel 2024 sono state minori del 64% rispetto ai livelli del 1990 [4], Tale riduzione è dovuta in parte grazie all’intervento delle tecnologie pulite, in parte purtroppo a causa della riduzione dell’attività industriale [5].

 

Da questi dati è possibile dedurre che, sebbene gli andamenti globali delle emissioni continuino ad aumentare, effettivamente le tecnologie pulite stanno diventando sempre più popolari e contribuiscono in maniera significativa alla riduzione delle emissioni. Tuttavia la domanda di energia continua a crescere e il contributo di energie pulite non è abbastanza sufficiente a invertire la tendenza e a ridurre le emissioni globali annue.

Si può concludere inoltre che il settore dell’energia è responsabile della quasi totalità dell’effetto del cambiamento climatico: in primo luogo come principale emettitore di gas ad effetto serra, perché nel settore dell’energia rientrano il settore dei trasporti, della produzione di elettricità e del riscaldamento/raffrescamento; in secondo luogo perché se l’energia fosse molto economica, potrebbe essere utilizzata per contrastando direttamente l’aumento della concentrazione di CO2 in atmosfera, ad esempio rimuovendola attivamente.
Con questo non si intende dire che bisognerebbe dedicarsi solo al problema delle emissioni nel settore dell’energia, trascurando di ridurle in altri settori critici, come quello dei processi chimici industriali o l’allevamento, ma piuttosto si intende sottolineare come l’energia ha un ruolo chiave nella transizione alla sostenibilità.

Gli effetti del cambiamento climatico sono ormai già evidenti e irreversibili, per questo diventa fondamentale la capacità di diventare resilienti. L’aumento delle temperature ha già causato una crescita significativa delle emissioni globali, soprattutto a causa del maggiore ricorso alla climatizzazione, con il rischio di innescare un circolo vizioso in cui le emissioni legate al raffreddamento contribuiscono a un ulteriore incremento delle temperature.

Quali possano essere le conseguenze se non agisce tempestivamente non è possibile da prevedere, come non è possibile prevedere quali sono le prossime conseguenze dei cambiamenti che sono già avvenuti. La migliore scelta che si possa fare è impegnarsi subito al cambiamento: farlo nel settore dell’energia significa farlo dalle sue fondamenta.

Se l’obiettivo è la neutralità climatica allora la riduzione delle emissioni rappresenta solo il primo passo. Vale la pena ricordare che ogni dispositivo che produce energia pulita genera comunque delle emissioni ed è quindi importante cominciare sin da ora a ragionare in termini di emissioni dell’intero ciclo vita degli impianti (FLCA: Full Life Cycle Assessment). In sostanza non bisognerebbe limitarsi a valutare quanto è il risparmio di emissioni di un impianto rinnovabile, ma è necessario valutare tutte le emissioni legate alla produzione, funzionamento e smaltimento di un dispositivo, per poterle compensare e quindi mirare direttamente ad annullare la totalità delle emissioni.

 

Grazie per la lettura.

 

FONTI

[1]       «CO2 Emissions – Global Energy Review 2025 – Analysis - IEA». Consultato: 12 dicembre 2025. [Online]. Disponibile su: https://www.iea.org/reports/global-energy-review-2025/co2-emissions

[2]  «GHG emissions of all world countries 2025 report». Consultato: 12 dicembre 2025. [Online]. Disponibile su: https://edgar.jrc.ec.europa.eu/report_2025#:~:text=As%20a%20result%2C%20the%20atmospheric,Change%20and%20Forestry%20(LULUCF)

[3]       «Italy - Countries & Regions - IEA». Consultato: 13 dicembre 2025. [Online]. Disponibile su: https://www.iea.org/countries/italy/emissions

[4]       «Giù le emissioni del 3% grazie al settore elettrico. Trasporti da migliorare, lavorare intensamente per obiettivi 2030 — Italiano». Consultato: 13 dicembre 2025. [Online]. Disponibile su:
https://www.isprambiente.gov.it/it/istituto-informa/comunicati-stampa/anno-2025/giu-le-emissioni-del-3-grazie-al-settore-elettrico

[5]       «CLEW Guide – Italy moves on green transition, but fossil ties remain tight | Clean Energy Wire». Consultato: 13 dicembre 2025. [Online]. Disponibile su: https://www.cleanenergywire.org/factsheets/clew-guide-italy-moves-green-transition-fossil-ties-remain-tight


 
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